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Sul mercato finanziario esiste una ampissima offerta di mutui finalizzati ovviamente alla concessione del credito per realizzare un proprio sogno del cassetto. Riuscire ad orientarsi nella scelta di quale sia il più consono rispetto a quelle che sono le proprie esigenze senza dubbio non è cosa semplicissima. Tuttavia vi sono delle piccole linee guida se così vogliamo chiamarle, che se rispettate quanto meno riescono ad evitare brutte sorprese e magari a far risparmiare qualche centinaia di euro che comunque è cosa sempre utile e gradita.

Il 90% delle richieste di vengono avanzate agli istituti di credito per l’acquisto di una casa oppure per la sua ristrutturazione. La diretta della Banca D’Italia rispetto ai mutui finalizzati all’acquisto della casa prevede che il massimo importo erogabile sia pari all’80% del valore dell’immobile oggetto del stesso. Questo vuol dire che se non sia ha un bel gruzzoletto da parte risulterebbe inutile richiedere il a meno che il proprietario non decida di venderla ad un prezzo molto basso.
Tuttavia per ovviare a questa problematica è possibile richiedere i cosiddetti muti 100% ed ossia quelli che dietro a maggiori garanzia finanziare e con un costo più elevato, consentono di accedere ad un credito pari al 100% del valore dell’immobile.

Una volta appurata la tipologia di mutuo di interesse, occorre attentamente valutare il tasso di interesse che meglio di altri si sposa con le proprie necessità. Dire a priori se sia più conveniente da un punto di vista economico optare per un tasso fisso oppure per quello variabile è assolutamente impossibile visto che quest’ultimo dipende dall’andamento dei mercati finanziari ed in particolare dell’indice a cui proporzionale ed allo spread commerciale che in un certo qual senso è legato a sua volta anche al differenziale tra i titoli di stato decennali italiani (Btp) e tedeschi (Bot).
Come regola generale si può pensare che nel caso in cui il tasso fisso sia vicino al 5% allora è opportuno optare per questa soluzione. Negli altri casi si può pensare di potare per un mutuo a tasso variabile con cap ed ossia un tasso che segue l’andamento del mercato finanziario e che in qualsiasi caso non potrà superare la soglia indicata dal cap. Ad esempio se il cap è fissato al 6,5% e il tasso variabile è arrivato al 7% l’importo della rata da pagare in quel determinato mese è calcolata con un interesse al 6,5%. Se invece il tasso variabile è ad esempio al 6%, l’importo è calcolato con un interesse del 6%.
Altra soluzione da prendere in considerazione è quella del mutuo con tasso di misto ed ossia un prodotto finanziario che offre la possibilità di passare, a seconda della convenienza del momento, da fisso a variabile più volte durante il piano di ammortamento. Particolare attenzione deve essere tenuta, inoltre, nella valutazione dei cosiddetti costi accessori che a differenza di quanto si pensi, sono molto influenti. Ecco le maggiori voci da tenere presente:

  • Spese per l’istruttoria: Varia da banca a banca.
  • Perizia: Ci sono banche che si accollano tale onere ed altre che lo lasciano al cliente.
  • Assicurazione incendio e scoppio: Il costo nella media dei casi è pari al 4% del valore dell’immobile.
  • Imposta di registro: È pari al 3% dell’importo del rogito.
  • Imposta ipotecaria: È pari a circa 258 euro.
  • Spese notarile: Variano a seconda dell’importo della casa ed in base al notaio. In media per una casa del valore di 100 mila euro, le spese notarili variano da un minimo di 1500 euro fino ad un massimo di 2500 euro.

Dunque, è importante farsi indicare con precisione l’entità di ogni singolo costo dovuto per le suddette causali al fine di valutare al meglio l’effettiva convenienza del mutuo.

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